Tremate, tremate,
le isteriche son tornate!

Tremate, tremate,
le isteriche son tornate!

DEDICA

Agli uteri sanguinanti, vuoti o mancanti, alle vulve elettriche, alle pance che tirano, alle anche equilibriste, a vesciche e intestini timidi o irrequieti, ai reni bloccati, ai fegati amari, agli stomaci inaciditi, ai polmoni annaspanti, ai cuori affannati, alle tiroidi affaticate.
Alle teste vorticanti e annebbiate, ai troppi pensieri e a quelli che sfuggono, agli umori altalenanti, ai sensi più o meno presenti.
Alle schiene instabili, alle vertebre ravvicinate, alle mani dalla presa sfuggente, alle gambe dal passo incerto,
ai muscoli irrigiditi, ai tessuti lassi, ai nervi irritati, alle ossa che scricchiolano, ai capelli come foglie d’autunno anche in primavera.
Ai corpi acciaccati che fanno del loro meglio.
Ai cuscini che accolgono lacrime, che al resto ci pensano, ehm, i water.
Al riposo che non dev’essere meritato, ai diritti ancora troppo spesso negati.
Ai ritmi lenti, ai bisogni fluttuanti.
Alle cure e al prendersi cura.
Al dolore invisibilizzato.

Alle persone ritenute esagerate, lamentose, nervosette, pigre, frigide, rotte…
isteriche.
Benvenute, accomodatevi.

per iniziare
storie di ordinaria isteria

Dalle innumerevoli testimonianze lette o ascoltate in questi anni di confronto diretto con altre persone, anche tramite i gruppi di supporto, lettura di pubblicazioni sul tema, partecipazione a convegni rivolti al pubblico, in Italia e non, ho potuto constatare che per quanto ogni percorso sia individuale, ci sono degli aspetti che accomunano le diverse esperienze con la malattia, che riguardano non solo la malattia stessa (di qualsivoglia natura sia), ma anche quegli elementi in grado di influenzare direttamente il buon esito delle terapie, come il rapporto medico-paziente, ancora soggetto a un forte squilibrio a discapito di chi si ritrova ad aver bisogno di cure.

Da qui l’idea di mettere in evidenza episodi di medical gaslighting, microaggressioni in ambito medico-sanitario finanche negligenza e/o violenza medica, che tante, troppe persone hanno subito e continuano a subire — con buona pace del “not all doctors” —, in cui è più comune imbattersi quando si vivono situazioni che prevedono una maggiore frequentazione degli ambienti medici.

Ad accompagnarti in questa narrazione saranno le parole delle persone che hanno deciso di condividere il proprio vissuto. A te che leggi chiedo di averne la massima cura. Ringrazio chi ha accolto l’invito a raccontarsi facendo emergere la pervasività di tali fenomeni e le conseguenze sulle vite di chi li ha subiti e li subisce ancora.

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